SEO e Intelligenza Artificiale: come ottimizzare il tuo sito web per i Large Language Model
L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il modo in cui i contenuti vengono trovati e letti online. Ecco cosa significa oggi fare SEO e come adattare i tuoi siti web per non restare indietro
La SEO è morta. O forse no.
Sicuramente, sta cambiando — e lo sta facendo in fretta. Il motivo? I motori di ricerca stanno lasciando spazio a un nuovo protagonista: l’intelligenza artificiale generativa, in particolare i Large Language Model (LLM), come ChatGPT, Gemini, Claude e Perplexity.
Silvio Porcellana, co-fondatore di Web Italy System, ha affrontato questo tema in un recente workshop su YouTube, mettendo a fuoco una domanda fondamentale: come possiamo preparare i nostri siti web a questa nuova fase della SEO?
In questo articolo riprendiamo i punti salienti del suo intervento, traducendoli in una guida pratica per chi costruisce, gestisce o promuove siti web.
Cosa intendiamo per “SEO per LLM”?
Tradizionalmente, la SEO si divide in due categorie:
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SEO on-site: ottimizzazione della struttura e dei contenuti di un sito web.
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SEO off-site: link building, presenza su siti esterni e autorevolezza percepita.
Fin qui tutto bene. Ma cosa succede se a "leggere" il nostro sito non è più solo Google, ma anche un’intelligenza artificiale che sintetizza e riformula le risposte in base a quello che capisce (o prevede) dal nostro contenuto?
È qui che entrano in gioco i LLM: modelli di linguaggio che “leggono” e comprendono enormi quantità di testo per rispondere alle domande degli utenti in modo diretto, senza necessariamente farli cliccare su un link.
Perché è importante?
Perché le persone non cercano più solo su Google.
Sempre più utenti iniziano le loro ricerche direttamente su strumenti AI come ChatGPT o Perplexity. Oppure su Google, ma leggendo la risposta generata dall’AI invece di scorrere la classica lista di risultati blu.
E sai cosa fanno queste intelligenze artificiali per rispondere alle domande?
Leggono il tuo sito.
Analizzano i contenuti, li sintetizzano e li usano per costruire risposte. In alcuni casi citano la fonte. In altri no. Ma in ogni caso, se il tuo sito “non parla la lingua” dei LLM, rischia di essere semplicemente ignorato.
Come funziona un LLM (in parole povere)?
Un LLM è, in sintesi, un sistema probabilistico super allenato.
Questi modelli sono stati addestrati su miliardi di parole e testi per imparare a “prevedere” la parola o frase successiva. Non sono coscienti, non capiscono davvero — ma sanno molto bene cosa statisticamente è più probabile che venga dopo una certa frase.
Per farlo, spezzano i testi in unità più piccole chiamate token, li trasformano in numeri e li elaborano usando reti neurali. Il risultato è che riescono a generare frasi coerenti, tradurre testi, riassumere documenti e — soprattutto per noi — rispondere alle domande degli utenti usando i contenuti dei siti web.
Google sta già usando gli LLM
Un esempio concreto?
Le nuove SERP di Google includono risposte generate da AI nella parte alta della pagina, accompagnate da fonti suggerite.
In pratica, Google sta già usando un LLM per rispondere alle domande degli utenti, e se il tuo sito non viene letto (e compreso) dall’intelligenza artificiale, non apparirai in queste risposte.
È una rivoluzione che sta accadendo adesso, non tra dieci anni.
Cosa possiamo fare allora?
Secondo Silvio Porcellana, ci sono due aree chiave su cui intervenire per rendere un sito web “LLM-friendly”:
1. Scrivere contenuti adatti all’intelligenza artificiale
Quello che importa, oggi più che mai, è che i contenuti del sito:
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Siano chiari
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Rispondano a una domanda precisa
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Siano facilmente leggibili anche da una macchina
Una frase illuminante in tal senso è quella del CEO di Claude (uno dei principali LLM in circolazione):
“Quello che conta non è solo l’autorevolezza, ma se la fonte fornisce una risposta chiara e facile da parsare”.
Cosa vuol dire?
Significa che la tua pagina deve contenere frasi semplici, strutturate bene, che rispondano a domande concrete come: “Cos’è Web Italy System?” oppure “Come funziona il loro franchising?”
Silvio ha mostrato un esempio perfetto: nella pagina “Chi siamo” del sito Web Italy System, è stato aggiunto un paragrafo generato con l’intelligenza artificiale che spiega in modo chiaro e sintetico che cosa fa l’azienda.
Non è un contenuto “finto” né nascosto. È inserito in un punto sensato, scritto per aiutare anche le AI a capire di cosa si parla. Una piccola aggiunta, ma molto efficace.
2. Utilizzare il file llm.txt
Oltre ai contenuti, c’è anche un aspetto più tecnico ma semplice da applicare: il file llm.txt
.
Proposto come nuovo standard, questo file — da collocare nella root del sito (es: www.miosito.it/llm.txt
) — contiene contenuti e metadati pensati appositamente per gli LLM.
Si tratta di un file in formato Markdown, facilmente leggibile sia dagli umani che dai modelli AI. Può contenere titoli, descrizioni, citazioni, frasi chiave — tutto strutturato per aiutare le intelligenze artificiali a capire meglio il sito e citarlo nelle risposte.
La piattaforma Web Italy System permette già oggi di creare automaticamente questo file nella sezione “Options SEO/Robots”, con contenuti che puoi modificare o personalizzare.
È uno strumento potentissimo, perché permette di parlare direttamente all’intelligenza artificiale — nel formato che capisce meglio.
E i siti vecchi? Sono da buttare?
Assolutamente no.
Come spiega Silvio, se il sito è già ben ottimizzato per la SEO tradizionale (veloce, ben strutturato, con contenuti rilevanti), non c’è nulla da rifare da zero.
Quello che si può (e si deve) fare è aggiungere uno strato in più: contenuti mirati, pensati per rispondere a domande frequenti, magari usando lo stile che un LLM può processare più facilmente.
E se si aggiunge anche il file llm.txt
, si dà al proprio sito un vantaggio competitivo reale in una fase di transizione dove la maggior parte della concorrenza è ancora ferma alla SEO “vecchia maniera”.
Un cambio di paradigma inevitabile
Forse è presto per sapere esattamente dove andremo a finire. Ma una cosa è chiara: gli LLM sono già qui.
Sono già nel nostro browser, nei risultati di ricerca, nelle domande che ogni giorno milioni di utenti fanno a ChatGPT e simili.
La domanda non è più se convenga adattarsi, ma come farlo — senza snaturare il proprio sito, ma imparando a comunicare anche con queste nuove tecnologie.
In conclusione: cosa fare da subito?
Ecco una breve checklist operativa per iniziare:
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Analizza il tuo sito: hai già contenuti che rispondono a domande frequenti in modo chiaro e semplice?
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Integra contenuti pensati per i LLM: in posizioni sensate, non invasive.
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Utilizza il file
llm.txt
: se la tua piattaforma lo permette, generalo e personalizzalo. -
Sperimenta: fai dei test, guarda se i tuoi contenuti vengono citati nei risultati AI (es. su Perplexity).
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Rimani aggiornato: questo è solo l’inizio. L’evoluzione sarà rapida e continua.
La SEO non è morta. Sta solo cambiando forma.
E oggi più che mai, serve una visione lucida, strumenti giusti — e un pizzico di lungimiranza.