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Come funziona il Web (davvero) - Dal DNS all’HTML, Javascript e AI, tutto spiegato facile

Dal client al server, passando per DNS, IP, HTML e API: tutto quello che dovresti sapere (ma che nessuno ti ha mai spiegato così) per capire davvero cosa succede quando visiti un sito web

Nel mare magnum di tecnicismi digitali, capita spesso di sentirsi un po' spaesati. Internet, il web, i siti, i server... parole che usiamo ogni giorno, ma che spesso restano nebulose. Silvio Porcellana, fondatore di Web Italy System, ha dedicato un intero workshop live a chiarire — con la consueta ironia ma anche con solidi concetti — come funziona tutto questo mondo. E no, non serve essere ingegneri informatici per capirlo.

In questo articolo ti raccontiamo tutto quello che è emerso durante l’incontro, in modo lineare e con un linguaggio semplice. È un viaggio tra router, HTML e indirizzi IP, pensato per chi lavora nel digitale o vuole avviare un'attività online, ma non si sente ancora a suo agio con la parte tecnica.


Internet e Web: sono la stessa cosa?

Spoiler: no. Anche se spesso li usiamo come sinonimi, Internet e Web sono due cose diverse.

Internet è l’infrastruttura. Una gigantesca rete di computer interconnessi che si parlano tra loro. È fatta di cavi, satelliti, router, ponti radio. È la parte fisica.
Il Web (abbreviazione di World Wide Web) è una delle tante applicazioni che usano Internet. È ciò che ci permette di navigare tra siti, leggere blog, guardare video.

Per fare un paragone automobilistico: Internet è l’autostrada, il Web sono le auto che la percorrono. Ma su quell’autostrada possono viaggiare anche altri mezzi (email, VoIP, ecc.).


L’architettura client-server: chi fa le domande e chi dà le risposte

Il funzionamento del Web si basa su un dialogo continuo tra client e server.

  • Il client è il tuo dispositivo (PC, telefono, tablet… anche il frigorifero, se è “smart”).

  • Il server è un computer “di qualcun altro” che ospita i contenuti a cui vuoi accedere.

Quando digiti un sito web, il tuo client manda una richiesta. Il server risponde inviando indietro le informazioni richieste. Semplice, no? Eppure, dietro a questa semplicità, c’è un mondo di protocolli, codici e interfacce.


Cos’è un server? Spoiler: è un altro computer

Un server è, tecnicamente, un computer. Solo che è molto più potente del tuo portatile e sempre acceso, connesso alla rete e configurato per rispondere alle richieste dei client. Il "cloud" di cui si parla tanto? È solo un nome elegante per dire “computer di qualcun altro, da qualche parte nel mondo”.

Che sia un data center di Amazon, Google o un piccolo hosting italiano, il principio non cambia: i file del tuo sito stanno da qualche parte e qualcuno li serve quando richiesti. Da qui il nome: server.

Gli indirizzi IP: i numeri civici di Internet

Ogni dispositivo connesso a Internet ha un indirizzo IP (Internet Protocol). È un po’ come un numero civico: serve a localizzare un computer all’interno della rete globale.

  • Il tuo computer ha un IP.

  • Il server del sito che visiti ha un IP.

  • Tutto il traffico viaggia da un IP a un altro.

Ecco perché, quando navighi su www.google.com, il tuo browser deve sapere qual è l’IP del server che ospita Google. Ma chi glielo dice?

Il DNS: l’elenco telefonico del Web

Qui entra in gioco il DNS (Domain Name System), un enorme elenco che associa nomi di dominio (es. google.com) ai relativi indirizzi IP.

Quando digiti www.webitalysystem.it, il tuo browser chiede a un DNS “a che IP corrisponde questo dominio?”. Il DNS risponde con qualcosa tipo “144.217.240.63”. E solo allora parte la richiesta vera e propria al server.

Questa traduzione tra nomi e numeri avviene in una frazione di secondo, in modo del tutto trasparente per l’utente. Ma è cruciale per far funzionare il web.

HTTPS, HTTP e l’importanza della sicurezza

Forse avrai notato che alcuni indirizzi web iniziano con http e altri con https. La “S” finale sta per “secure”.

Il protocollo HTTP è il linguaggio usato dai browser e dai server per scambiarsi dati. Quando il sito usa HTTPS, i dati viaggiano in forma criptata: anche se qualcuno li intercetta, non può leggerli.

È come spedire una lettera in busta chiusa anziché una cartolina. Per ottenere questa protezione, i siti devono avere un certificato SSL, un piccolo ma fondamentale strato di sicurezza.

E il browser? L’interprete tra noi e il web

Il browser (Chrome, Firefox, Safari...) è il programma che rende tutto visibile e navigabile. Si occupa di:

  1. Inviare la richiesta al DNS.

  2. Parlare col server tramite HTTP/HTTPS.

  3. Ricevere i file.

  4. Interpretarli e mostrarli come una pagina web.

È il nostro traduttore ufficiale nel mondo digitale. Senza di lui, potremmo ricevere file dal server… ma non saremmo in grado di leggerli.

Cos’è davvero un sito web? Un mucchio di file.

Un sito web, alla fine, è una cartella di file ospitata su un server. Non c’è niente di magico. Questi file possono essere:

  • HTML (HyperText Markup Language): la struttura base delle pagine. È come l’impalcatura di una casa.

  • CSS (Cascading Style Sheets): lo stile grafico. Colori, font, layout.

  • JavaScript: l’interattività. Serve a gestire eventi, animazioni, effetti dinamici.

Quando navighi su una pagina, il browser riceve questi file e li ricompone in tempo reale, trasformandoli in ciò che vedi: testi, immagini, menu a tendina, pulsanti cliccabili.

Ma chi crea questi file?

I file possono essere scritti a mano da uno sviluppatore, ma più spesso vengono generati da un CMS (Content Management System) come WordPress, o — nel caso di Web Italy System — dalla piattaforma stessa.

Il CMS crea pagine “al volo” combinando testi, template, dati del database. Ma, anche se tutto avviene in modo dinamico, alla fine il browser riceve sempre HTML, CSS e JavaScript.

E le API? Software che parlano ad altri software

Le API (Application Programming Interfaces) sono dei “traduttori” che permettono a due software diversi di parlarsi. Se un sito web vuole recuperare dati da un altro servizio (un altro sito, una piattaforma esterna, un’applicazione), lo fa tramite API.

Esempi concreti:

  • Un sito di e-commerce che aggiorna i prodotti da un gestionale.

  • Un blog che pubblica automaticamente su Facebook.

  • Un sistema AI come IQ di Web Italy System, che si collega a ChatGPT per rispondere alle domande degli utenti.

Tutto questo avviene “dietro le quinte”, ma è parte integrante del web moderno.

E se Internet si rompe?

Una delle magie di Internet è che… è difficile da rompere. La rete è pensata come una ragnatela: se un nodo cade, i dati trovano un altro percorso. È per questo che Internet ha resistito a guerre, blackout, sabotaggi.

Questo principio di ridondanza è anche alla base della blockchain, una tecnologia alternativa che punta a decentralizzare tutto: invece di un solo server centrale, i dati sono distribuiti tra migliaia di computer. Ma questa, come dice Silvio, è un’altra storia (da riprendere magari in un altro workshop).

Conclusione: perché dovresti saperlo

Silvio è chiaro su un punto: non devi diventare un tecnico, un sistemista o un programmatore. Però, se vuoi fare impresa nel mondo digitale, non puoi ignorare come funziona davvero il web.

Conoscere la base ti rende più efficace, più sicuro, più credibile con i clienti. E soprattutto, ti permette di distinguerti nel mare di chi si limita a “smanettare” senza capire.

 

Come dice lui stesso, in un mondo dove il 90% dei contenuti online “fa cagare”, basta poco per rientrare nel 10% che fa la differenza. E questo workshop — come, speriamo, anche questo articolo — è un buon punto di partenza.

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