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SEO per l’Intelligenza Artificiale: come cambia (davvero) l’ottimizzazione dei siti web nell’era dei chatbot

Dalle keyword ai contenuti per umani e Intelligenza Artificiale: la nuova frontiera della SEO spiegata da Silvio Porcellana

Silvio Porcellana apre il workshop con una constatazione semplice ma potente: le persone non cercano più come prima.
Una volta digitavamo su Google “ristorante cinese Torino”, sperando che l’algoritmo ci restituisse una lista di risultati pertinenti.
Oggi invece chiediamo alle AI:

“Qual è il miglior ristorante cinese aperto stasera vicino a me?”

Questo piccolo cambiamento linguistico nasconde una rivoluzione. La ricerca non è più basata su keyword, ma su domande in linguaggio naturale. È il passaggio dal “search engine” al “generative engine”: da una macchina che restituisce link, a un sistema che fornisce risposte dirette e colloquiali.

Ecco perché si parla di GEO (Generative Engine Optimization) e persino di AEO (Answer Engine Optimization).
Nomi impronunciabili, ammette Porcellana ridendo, ma che descrivono bene il nuovo scenario: ottimizzare non per le keyword, ma per le risposte.

La SEO cambia, ma non troppo: l’obiettivo resta lo stesso

A questo punto Silvio “spoilera” subito il finale:

“La SEO cambia, ma non troppo.”

Certo, le regole tecniche si evolvono, ma l’essenza resta identica: comunicare in modo chiaro, utile e umano.

L’evoluzione della SEO, spiega, è una lunga storia fatta di astuzie e aggiustamenti:

  • Negli anni ’90 si nascondevano le keyword in bianco su sfondo bianco (un trucco che oggi fa sorridere).

  • Poi è arrivato il cloaking: mostrare una pagina piena di parole chiave ai motori di ricerca e una normale agli utenti.

  • Col tempo Google è diventato più intelligente, penalizzando le scorciatoie e premiando i contenuti autentici.

Oggi, con i motori di ricerca “AI powered”, siamo finalmente arrivati al punto in cui scrivere per i motori significa scrivere per le persone.
Perché questi motori – da ChatGPT a Gemini – cercano di comprendere i contenuti come farebbe un essere umano. Non capiscono ancora davvero (nessuna intelligenza è “intelligente” nel senso umano, precisa Porcellana), ma ci si avvicinano.

Scrivere per l’AI è scrivere per gli esseri umani

Se fino a ieri ottimizzare voleva dire “infilare keyword”, oggi significa spiegare bene.
Chi legge (che sia un utente o un’intelligenza artificiale) deve capire subito di cosa stiamo parlando.

Porcellana lo dice chiaramente:

“Meglio ripetersi, essere verbosi, essere chiari. Aiuta l’essere umano e aiuta anche l’AI.”

Più un testo è strutturato, completo e colloquiale, più l’intelligenza artificiale riesce a trarne risposte pertinenti.
E visto che oggi gli utenti ricevono una risposta diretta, non più una lista di link, diventa essenziale che il contenuto fornisca davvero informazioni complete e contestualizzate.

In altre parole: parla come se spiegassi qualcosa a una persona reale.
Niente frasi spezzate, niente keyword forzate: spiega, racconta, argomenta.

Il framework E-E-A-T: la bussola della nuova SEO

A questo punto Silvio introduce un concetto chiave: il framework E-E-A-T, che sta per

Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness
ovvero Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità.

È la filosofia con cui Google (e ora anche le AI) valutano i contenuti online.
Non basta “parlare di un tema”: bisogna dimostrare di sapere di cosa si parla.

Ecco come applicarlo concretamente:

  • Experience (Esperienza) – Racconta casi reali, esempi, esperienze dirette.

  • Expertise (Competenza) – Fornisci dati, spiegazioni tecniche, dettagli pratici.

  • Authoritativeness (Autorevolezza) – Mostra riconoscimenti, menzioni, collaborazioni o fonti.

  • Trustworthiness (Affidabilità) – Offri informazioni accurate, aggiornate e verificabili.

Questo approccio non solo piace a Google, ma aiuta anche le intelligenze artificiali a “capire” chi sei e perché dovrebbero fidarsi dei tuoi contenuti.

Dal contenuto tecnico al contenuto intelligente

Porcellana sottolinea un punto fondamentale: le vere novità della SEO per l’AI non sono tecniche, ma concettuali.
Il cambiamento più grande non è nei codici o negli algoritmi, ma nel modo in cui pensiamo ai contenuti.

Detto questo, ci sono comunque due strumenti tecnici molto importanti, che Web Italy System ha già integrato nella sua piattaforma e che rendono la vita più facile ai propri affiliati.

1. Schema Markup: dare un’etichetta semantica ai contenuti

Il primo è lo schema markup, uno standard che consente di aggiungere etichette semantiche ai contenuti del sito.
In pratica, è un modo per dire ai motori di ricerca:

“Ehi, questo testo è una ricetta!”
oppure
“Questa pagina parla di un evento, non di un prodotto.”

Grazie a queste etichette, anche gli spider più “stupidi” (come li definisce ironicamente Silvio) capiscono meglio che tipo di informazione stanno leggendo.

E nel mondo dell’intelligenza artificiale, dove tutto si basa sulla comprensione del contesto, questa chiarezza semantica è oro.

La buona notizia?
Sulla piattaforma Web Italy System, lo schema markup è già integrato e facilissimo da usare.
Non servono competenze tecniche né righe di codice: basta selezionare il tipo di contenuto e il sistema genera automaticamente il markup corretto.

2. llms.txt: il nuovo linguaggio dei modelli linguistici

Il secondo strumento tecnico introdotto da Porcellana è una novità assoluta: il file llms.txt.

Chi è un po’ pratico di SEO conosce già il robots.txt, il file che “guida” gli spider tradizionali indicando cosa possono o non possono leggere sul sito.

Ebbene, Anthropic, l’azienda dietro al modello Claude (uno dei principali concorrenti di OpenAI), ha proposto un nuovo standard simile:

llms.txt, dove “LLM” sta per Large Language Model.

Questo file serve per comunicare direttamente con le AI, spiegando loro in modo chiaro di cosa parla il sito, quali sezioni sono rilevanti e come interpretarle.

È un semplice file di testo, niente HTML, niente codice: solo parole chiare e lineari che aiutano i modelli linguistici a capire meglio i tuoi contenuti.

Ancora una volta, Web Italy System semplifica tutto: la piattaforma permette di generare e gestire il file llms.txt in pochi clic, senza conoscenze tecniche.

Web Italy System: rendere la SEO per l’AI alla portata di tutti

Uno dei punti forti del workshop è proprio questo: la tecnologia deve semplificare, non complicare.

Porcellana ricorda che l’obiettivo di Web Italy System è rendere accessibili strumenti complessi come la SEO per l’intelligenza artificiale anche a chi non è un tecnico.

Gli affiliati alla piattaforma hanno già a disposizione:

  • strumenti automatici per inserire schema markup e llms.txt,

  • un sistema di creazione contenuti pensato per essere compatibile con i motori AI,

  • e un framework di formazione continua per imparare a scrivere secondo i principi di E-E-A-T.

In pratica, Web Italy System offre la SEO del futuro già pronta all’uso.

La nuova regola d’oro: chiarezza e umanità

Silvio lo ribadisce più volte:

“Scrivere per l’intelligenza artificiale significa scrivere per l’essere umano.”

Perché, paradossalmente, più i motori diventano intelligenti, più apprezzano i contenuti umani, autentici e chiari.

Niente più strategie di manipolazione o keyword stuffing.
La differenza la fa la qualità narrativa: chiarezza, tono colloquiale, spiegazioni passo passo.

E se questo modo di comunicare funziona per l’AI, immagina quanto funziona per i tuoi lettori reali.

Conclusione: la SEO del futuro è già qui (e parla come noi)

Alla fine del workshop, Porcellana riassume tutto in un concetto semplice ma potente:

“L’evoluzione della SEO non è tanto tecnica, quanto mentale.”

Non si tratta di imparare nuovi trucchi, ma di capire che il motore di ricerca e l’utente stanno diventando la stessa cosa.

L’intelligenza artificiale non vuole keyword: vuole contenuti veri, chiari, coerenti e utili.
Vuole capire chi sei, cosa sai fare e perché dovresti essere ascoltato.

E per chi lavora con Web Italy System, questa evoluzione è un’occasione d’oro: perché la piattaforma integra già gli strumenti necessari per fare SEO nel mondo dell’intelligenza artificiale — in modo semplice, automatico e umano.

In sintesi

  • L’intelligenza artificiale ha trasformato la ricerca online da keyword a domande naturali.

  • La SEO non è morta, ma si è evoluta in GEO (Generative Engine Optimization) e AEO (Answer Engine Optimization).

  • Scrivere per l’AI significa scrivere per le persone: chiarezza, contesto, linguaggio naturale.

  • Il framework E-E-A-T guida la creazione di contenuti credibili e autorevoli.

  • Due strumenti tecnici fanno la differenza: schema markup e llms.txt, entrambi gestibili facilmente su Web Italy System.

  • L’obiettivo finale resta uno solo: aiutare chi legge (umano o macchina) a capire meglio ciò che offri.

 

“Ottimizzare per l’AI vuol dire tornare a scrivere per le persone.” — Silvio Porcellana

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